DA 80 ANNI ……….. (articolo 80° – 2005)
………AMO LE ALTITUDINI
Amo le altitudini, i grandi spazi e i verdi boschi, vera realtà poetica, dove ogni volta
mi riscopro quale essenza umana, libero e felice e dove
realizzo i miei grandi e semplici sogni. Mauro Ingravallo
Con questa poesia apriamo una finestra sulla storia della Sottosezione di Sestri utilizzando le parole di ex Reggenti: appunti, scritti precedentemente pubblicati sul Notiziario, nonché inediti creati proprio per l’ottantesimo anniversario dell’associazione. Cominciamo quindi con l’elenco dei Reggenti:
Socio fondatore e primo reggente Diego Bagnara
Giuseppe Torre 1945-1950
Giuliano Ricci 1951-1957
Giuseppe Torre 1958-1962
Arnaldo Bellani 1963-1970
Mauro Ingravallo 1971-1972
Franco Strumia 1973-1976
Claudio D’Angelo 1977-1980
Marco Venzano 1981-1982
Claudio D’Angelo 1983-1984
Alessandro Canova 1985-1986
Carlo Cravero 1987-1988
Claudio D’Angelo 1989-1992
Vittorio Di Giacomo 1993-1996
Alessandro Canova 1997-1998
Carlo Poggio 1990-2000
Carlo Venzano 2001-2005
e con la storica tessera di Giuseppe Torre
Introduciamo la storia della Sottosezione con le parole di Franco Strumia (brani tratti dal numero unico del Notiziario del 1975).
12 SETTEMBRE 1925: in una sala della Sede di Via Mazzini 35 A (per i non sestresi ora Via Ciro Menotti) un gruppo di amici amanti della montagna fonda una nuova sezione U.L.E..
Comincia così l’avventura, se non vogliamo chiamarla storia, della nostra sezione. Più che giusto, è doveroso ricordare quei coraggiosi. Diego Bagnara, primo presidente, Paolo Amigo, progenitore di una lunga serie di persone che alla loro sezione hanno dato nella carica più onerosa di segretario larga parte del loro tempo libero, Ignazio Isetta, primo cassiere, e tutti i primi consiglieri: M. Dagnino, Pasquale Risso, Rag. Mario Puppo. Cuneo M., S. Firpo, Gonini G.B., Prandi A., il povero Giuseppe Conte che non avrà la soddisfazione di veder crescere la sua creatura (un fato avverso lo strapperà pochissimi anni dopo alla giovanissima età di 23 anni ai suoi familiari e amici).
Il 18 Ottobre 1925 inizia l’attività vera e propria e più congeniale a una associazione alpinistica, con la prima gita sociale (furono circa duecento fra sestresi e genovesi a riunirsi in quel giorno!), con l’ascensione al Monte Dente, forse il più significativo dei monti che ci stanno vicino, gita cui fanno seguito il pranzo sociale alla Cappelletta di Masone e i giochi di società (tiro alla fune, tamburello, corse nei sacchi…) nel pomeriggio;
Inizia così l’attività della sezione che si svolge nei primi anni, come è giusto per un «pargoletto» ai primi passi, all’insegna della collaborazione con la sede di Genova.
Nel 1926, anniversario della fondazione della società, in una riunione turistico-conviviale ad Arenzano, alla presenza dei Consigli Direttivi delle sezioni viciniori e di varie autorità, viene consegnato ufficialmente il gagliardetto sociale.
L’attività sociale continua a svilupparsi: accanto alle manifestazioni più propriamente escursionistiche, trovano spazio gite turistiche come quelle (sempre in collaborazione con Genova) a Parigi nel 1926, Vienna 1927, Barcellona nel 1929 ecc.. Cominciano le escursioni nelle Alpi Marittime (M. Antoroto, Mongioie, Pizzo d’Ormea); sono escursioni che a noi forse non sembrano cose rimarchevoli. Ma se si pensa alle difficoltà delle comunicazioni e dei viaggi, alle partenze nel cuore della notte allora queste diventano imprese degne del massimo rispetto.
Nel novembre del 1926 la sezione si trasferisce in Vico Pessagno 2, sede dove rimarrà per diversi anni.
Alla fine del 1926 i soci della sezione sono 85, un numero veramente notevole. Cominciano negli anni successivi anche le gite di sci alpinismo (Battifollo, M. Mondolé, M. Grosso), la cui rilevanza è pari a quella sopra evidenziata per le gite escursionistiche nelle Alpi Marittime.
Intanto la sezione cresce, e nel 1930 i soci sono oltre 120. Si partecipa a tutte le attività anche organizzate da altre società. Proprio in questo periodo (1931) viene inaugurato il rifugio albergo al Fra Riondo, meta e tappa delle gite più caratteristiche dell’Appennino circostante.
Si partecipa anche a manifestazioni di carattere sociale: e i nostri predecessori sono in prima fila nell’opera di rimboschimento indetta dalla F.I.E. (1933).
I nostri soci si fanno onore anche nello sci: il 1933 è l’anno d’oro per la nostra sezione. Nei campionati regionali è primo il nostro Benedetto Barisone (Manuello), nei campionati sociali il nostro consocio Ing. Antonio Carrer è primo sia nella gara di fondo, sia nella discesa. Entrambi conquisteranno anche nei campionati successivi lusinghieri piazzamenti. L’ing. Carrer nel 1936 sarà ancora primo nella gara di fondo e terzo nella gara di discesa, Manuello sarà 3° assoluto nel 1934, 2° nel 1936 e nel 1937. Continua intensa l’attività escursionistica sui nostri Appennini e alpinistica-escursionistica-sciistica nelle Alpi Marittime. E’ doveroso ricordare qui coloro che si impegnarono a fondo come direttori di gita (e chiediamo scusa a quelli di cui ci siamo dimenticati): Diego e Onorio Badino, Aristide Giacchino, E. Burattini, Calisto Bagnara, G. Torre, Dante Rebora. Tra questi anche Ignazio Isetta, socio fondatore della sezione, consigliere, presidente, che scomparve prematuramente a soli 33 anni nel 1933.
Nel febbraio del 1934, la sede della sezione si trasferisce in Via Mazzini 37. Si comincia a sviluppare una intensa attività alpinistica anche in zone molto impegnative (M. Bianco, M. Viso, Gran Paradiso ecc…).
Poi ci fu la guerra, e mentre alcuni soci fecero buon uso dell’allenamento degli anni precedenti compiendo in armi il loro dovere, nel complesso l’attività della sezione si interruppe per ovvi motivi
Ma appena finito l’incubo, sia pure tra mille difficoltà e incertezze, i nostri predecessori si diedero da fare e cercarono di ricostituire la società.
Già nel 1946 si decideva l’aggregamento al C.A.I. come sottosezione dell’U.L.E. di Genova, che già si era unito al più forte sodalizio nazionale.
E’ ora, agli inizi degli anni cinquanta, che comincia lo sviluppo costante e consistente dell’attività della sezione nella sede di Via Sestri 9: è il periodo dell’attività intensa, generosa dei vari Torre, Ricci Giuliano, Bellagamba, Bassino, Merello, Daneri, Badino, Cottalasso, Bellani, Gambino, Burattini, Lottero e tutti gli altri non nominati ai quali il redattore di queste note chiede venia. E’ a tutte queste persone che va il ringraziamento per quello che è stato fatto: dal recupero dei soci dispersi, dall’incremento dell’attività escursionistica e alpinistica, al perfezionamento anche della parte burocratica, all’ingrandimento della biblioteca ecc…
Nell’anno 1965 la sede si trasferisce in Vico Traù. Negli anni ’60 il ricambio generazionale interessa questi consiglieri; ingrossandosi ogni anno le file della sottosezione, escono allo scoperto nuove persone che danno il meglio di sé all’attività della società. E tra questi basti un nome solo: Pietro Calieri. Troppo presto scomparso ha lasciato in tutti i suoi amici del C.A.I. un ricordo incancellabile per il suo entusiasmo, il suo amore per la montagna, per il suo calore umano e la sua simpatia.
Gradatamente i vari consiglieri della «generazione» precedente lasciano quindi il posto ad altri soci più giovani i quali mantengono costante l’entusiasmo per la loro società. Tutti, chi più e chi meno, offrono il loro impegno ed è cosi che aumenta ogni anno il numero dei soci, dando vita ad una attività abbastanza intensa, grazie anche ai suggerimenti e ai «mugugni» degli anziani (e tra questi un ringraziamento particolare dobbiamo spendere per il socio Giovanni Bellagamba, aquila d’oro, colonna portante della società). Così si giunge ai nostri giorni (1975 n.d.r.). Non vale la pena di spendere troppe parole sull’attività di questi ultimi anni e mesi, che è ancora viva nella memoria di tutti. E’ solo da citare il trasferimento avvenuto nel 1971 nella nostra attuale e finalmente accogliente sede di via Sestri 22/2. Degna di menzione è inoltre l’attività alpinistica di alcuni dei nostri soci più giovani e più validi che rinnovano le imprese compiute in tempi più remoti e in condizioni obbiettivamente più difficili dai nostri precursori.
Proponiamo ora un inedito, scritto da Giuliano Ricci, con una storia vissuta dal 1946 al 1957; il documento, anche se si sovrappone parzialmente al periodo sopra descritto, risulta molto immediato e pone in rilievo aspetti forse poco noti della nostra Associazione.
Terminata la guerra uno sparuto gruppo di vecchi soci del CAI ULE di Sestri prese la decisione di ricostituire la sottosezione. Animatore di questa idea fu Giuseppe Torre; coadiuvato dai fratelli Badino, da Burattini e da pochi altri, ricostituì la sottosezione ed assunse la carica di primo reggente del dopoguerra.
Essendo però i soci in numero ridotto (non arrivavano a 50), non era possibile procurarsi una sede; venne in soccorso la benevolenza dei fratelli Parodi, proprietari di alcune sale cinematografiche di Sestri, i quali cedettero senza alcun compenso un piccolo vano di fianco al vecchio Teatro Verdi. Tale vano doveva però essere diviso con un circolo ricreativo sestrese, il quale era già lì insediato. Questa situazione durò fino al 1949, quando il socio Berretta – divenuto presidente dell’associazione commercianti di Sestri – si offrì di dare una sistemazione più consona al sodalizio. Anch’egli, senza nessun compenso, cedette il martedì ed il venerdì alla sera la sede e di commercianti sestresi, situata allora al piano terreno del vecchio hotel di via Sestri, accanto alla tipografia Bettini.
Malgrado tutti questi sforzi, l’attività del sodalizio era ridotta, perché la sola persona attiva era Giuseppe Torre, che malgrado tutta la sua buona volontà non riusciva a risolvere i problemi organizzativi.
Il 1950 fu l’anno del risveglio, quando un gruppo di giovani da poco iscritto in sottosezione, decide durante una gita alla punta Martin ancora coperta di neve di dedicare il tempo libero alla rinascita del CAI ULE Sestri. Tale gruppo era costituito da Pieragostino Daneri, Romualdo Gambino, Giuliano Ricci, Alberto Merello e Gianni Lottero.
L’entusiasmo di questi giovani contagiò la vecchia guardia. Nella sede non c’era nulla; Torre procurò il legname, Gambino fece la libreria (la bacheca ed alcuni mobiletti ancora esistono nella sede attuale), Ricci creò la biblioteca, Merello curò la segreteria, Daneri il martedì ed il venerdì sera si trovò sempre in sede.
Fu steso un programma gite annuali, che fu completamente rispettato, tanto che la sede ricominciò ad essere frequentata ed i soci ad aumentare. Un grandissimo aiuto venne poi da Giovanni Bellagamba, che si integrò con questi giovani, dette consigli, organizzò gite e si legò completamente alla Sottosezione.
Nel 1954 venne eletto reggente Giuliano Ricci.
La Sottosezione era ormai diventata adulta. Senza il grande entusiasmo di quei giovani, la rinascita del CAI a Sestri sarebbe stata molto dura, stretto com’era fra altri gruppi di appassionati della montagna (M.P.C. Manipolo poveri camminatori, U.C.A.M. Unione camminatori amici della montagna, G.E.S. Gruppo escursionistico sestrese, S.E.L.C. Società escursionistica di S. Giovanni Battista, Dopolavoro Ansaldo Sezione escursionismo).
Ma eccoci ai giorni nostri. Dal “CAI Notizie” del 1985 (60° anniversario della Sottosezione), riprendiamo alcuni spunti tratti dalla relazione di Alessandro Canova.
Intendo ripercorre questi ultimi dieci anni di vita sezionale; certamente compito non facile, viste le molteplici attività che, fiorite in questo periodo, viaggiano ora sui binari della consuetudine.
Nel campo alpinistico va menzionata una grossa iniziativa che, nata nella nostra sottosezione, ha trovato nell’ULE di Genova un pronto e sincero entusiasmo.
Mi riferisco alla spedizione extraeuropea, attività questa che ci pone alla pari di altre sezioni del CAI ben più grosse della nostra.
La spedizione extraeuropea, felicemente conclusasi nell’agosto ’84, fu presentata da sei nostri tortissimi soci (Antola, Benvenuto, Ferraresi, Falzoni, Mantero e De Martini, il quale non potrà poi partire a causa di una tendinite) in una fredda e ventosa sera del novembre del 1983.
Il Consiglio, che si era dimostrato dapprima perplesso, successivamente accolse l’iniziativa aiutandoli in tutti i modi possibili a reperire almeno una parte dei fondi occorrenti.
Ecco le tre splendide salite effettuate nel più puro stile alpino, fatte nella Cordigliera dello Huayhuash:
29-lug-84 Nevado Yerupaia m. 6634 Parete Ovest (Antola, Ferraresi, Mantero);
04-ago-84 Tsacra Chico Morte m. 5513 (Falzoni);
05-ago-84 Nevado Centrai m. 5617 Parete Ovest (Antola, Ferraresi, Mantero).
E come non ricordare le calorose accoglienze che furono tributate al loro rientro nel teatro Verdi gremito in ogni ordine di posti?
Esiste poi un folto gruppo di alpinisti capaci, ardimentosi ed entusiasti. Le loro imprese meritano, qui, un inciso.
Il livello tecnico delle salite classiche, effettuate fino agli anni ’75/76 da D’Angelo e compagni, viene indubbiamente migliorato dalle cordate che, negli anni precedenti al 1980, trovano in Bottino l’autentico trascinatore. Ecco alcuni esempi:
Via Gervasutti al Petit Capucin, Via Knubel all’Aiguille du Grepon, la parete Est della Punta Maria alla Cresta Savoia.
Al ritiro di Bottino, continuano, in costante miglioramento, Antola, Boni e Ferraresi; quest’ultimo, giova ricordarlo, aveva fatto la sua prima comparsa tra noi, ed in una gita escursionistica al M. Rama, so lo nel marzo del 1977!
Da questo momento, e siamo intorno al 1981. la progressione diventa vertiginosa, con la via Mellano-Perego al Becco di Valsoera, la Via Bonatti al Grand Capucin, la cresta sud dell’Aiguille Noire.
Ragguardevoli sono pure due solitarie di Antola:sulla Via Rey alla Punta Dufour e sulla Sentinella Rossa al M. Bianco.
Ma provvidenzialmente questa cordata non resta isolata: sopraggiungono con ottime credenziali, i pegliesi Mantero, De Martini, Falzoni, che si uniscono ai due precedenti.
Citiamo alla rinfusa: via Ratti-Vitali all’Aiguille Noire, via degli Svizzeri al Grand Capucin, per non parlare di fortunate puntate in Dolomiti e nelle palestre più famose, anche all’estero.
D’Angelo rivela soprattutto insospettate doti di talent-scout; ecco che quindi, legati alla sua corda, emergono il già noto Santoro, gli imberbi Luxardo e Naticchi, i più attempati Venzano e Boccardo.
Nel frattempo il fuoriclasse Ferraresi, coadiuvato da Antola e Maniero, non resta con le mani in mano ed il suo bottino, nel corso del 1983, parla da solo: la parete Nord della Roccia Viva, lo sperone Nord del Les Droites, il Pilone Centrale del M. Bianco, la via Ughetti-Ruggeri al Corno Sella.
Nei giorni a cavallo tra luglio e agosto si compie la spedizione in Perù, ma la stagione non è ancora finita, la chiude ancora lui. L’indomito Ferraresi sale in solitaria sul M. Bianco, per il Pilone Sud del Freney.
Lo sci, nella versione alpinistica, grazie all’entusiasmo di alcuni soci che potremmo definire autentici pionieri, raggiunge traguardi notevoli e per il numero e per la qualità delle gite effettuate durante questi anni e per il sempre più crescente consenso che tale attività trova presso i nostri soci.
Per non parlare poi di alcuni veri e propri Exploit, come la discesa del Canalone della Forcella nel gruppo dell’Argenterà (1981 M. Maggi).
Lo sci nella versione alpina, che molti tra noi definiscono “pistaiola”, dopo un promettente inizio nei primi anni ’70, tanto da giustificare l’esistenza di un corso di sci su pista (iniziò nel 1976 su proposta del socio Gaggero coadiuvato dall’allora segretario G.Picena e dalla socia Fleana Strumia) oggi non ha più riscontro; per tale attività ci avvaliamo della scuola esistente all’ULE di Genova.
Non si può sottacere il concorso fotografico, visto il notevole successo che esso ha sempre trovato presso i nostri soci, molti dei quali valenti fotografi. Nacque nell’ottobre del 1977; già allora vi parteciparono 45 persone e il vincitore ricevette come primo premio una bronzea medaglia della Regina Elisabetta (!!!), offerta dall’allora consigliere Adelmo Sacchier. Oggi, dopo varie edizioni, il numero dei partecipanti è aumentato grazie anche all’interesse che suscita presso soci di altre sezioni. Colgo l’occasione qui per ringraziare l’Università Popolare Sestrese che sempre gentilmente ha ospitato e ospita questa manifestazione e tutti i soci che hanno prestato e prestano la loro competente opera per la buona riuscita della stessa.
Come non citare il lavoro amministrativo sia in segreteria che in biblioteca, quest’ultima sempre più ricca di volumi e guide? Di esso si sono fatti e si fanno carico i consiglieri ma, soprattutto, il Segretario, che per molti di questi anni è stato il burbero, ma sempre generoso Vittorio Di Giacomo.
Per meglio e più democraticamente avvicendare i soci alle cariche sociali e agli impegni che queste comportano, nel 1977 l’allora Reggente Claudio D’Angelo stilò un regolamento sottosezionale che, approvato dall’Assemblea dei soci prima e dalla Sezione di Genova poi, integra il Regolamento Sezionale e quello Nazionale.
Sempre in campo amministrativo degna di nota è la nostra partecipazione ai convegni LP.V. (Ligure-Piemontese-Valdostano) ed alle Assemblee Nazionali dei Delegati.
Infine, senza abusare ulteriormente della pazienza dei lettori, soltanto un telegrafico flash di Carlo Poggio su notizie salienti degli ultimi anni.
1990 – Massimo storico del numero di Soci: 914; acquisto del PC
1994 – Pubblicazione guida Baiarda
1995 – Organizzazione tappa di Camminaitalia
1996 – Cambio Sede
1997 – Costituzione Associazione Climber 2000 con sede al Lago Figoi; assegnazione da parte del Comune dei locali di via Galliano 16/4
1999 – Variazione regolamento sottosezionale (i consiglieri passano da 12 a 8 e viene tolto il vincolo della non rieleggibilità dopo 4 anni); acquisto nuovo PC; la sottosezione partecipa a “Parchi in piazza”; serata mensile di proiezione diapositive in collaborazione con Università Popolare Sestrese; partecipazione a Camminaitalia
2001 – Patrocinio della Sottosezione per la spedizione al Tirich MIr; la biblioteca viene informatizzata; la sottosezione viene dotata di e-mail e di sito Internet
2002 – La Sede viene risistemata; partecipazione alla realizzazione del sentiero Trassati
2004 – Unificazione Notiziario con Sezione di Genova
E chiudiamo con le parole inedite di Arnaldo Bellani, che sembrano traghettare l’ULE Sestri dal suo passato glorioso ad un intenso e proficuo futuro.
Sembra ieri e sono già volati via 80 anni. I nostri fondatori, alcuni dei quali ho avuto la fortuna di conoscere, raccontavano le notti passate in treno, il lungo percorso su strade sterrate per arrivare alla base delle preventivate cime, le faticose salite per raggiungere la vetta. Noi ascoltavamo le loro imprese e contenti li abbiamo seguiti; sotto la loro guida abbiamo cominciato a gustare queste fatiche, le levatacce e tutto il resto pur di raggiungere le modeste cime dei nostri Appennini. Ed infine ci portarono più in alto.
Venute le auto, il tempo dedicato ai nostri monti è aumentato come il numero dei Soci, che sempre più agguerriti ci hanno regalato momenti indimenticabili di amicizia.
Tutto questo ve lo dice un venerabile quasi novantenne (87 per la precisione) al quale sembra di aver raggiunto il suo Everest quando, ancora adesso, arriva sulla Punta Martin.
A tutti i Soci amanti delle nostre montagne consiglio di non fermarsi mai, così raggiungeranno domani il festeggiamento secolare della nostra cara Sezione.