Ovvero la favola della Marmottina Dormigliona.
di PiGì
Liberamente tratto da una leggenda orale di famiglia, particolarmente indicata per gite in montagna anche di più giorni in compagnia di Manuela et similia.
Nella comunità delle marmotte nel buio della tana, si stava diffondendo un brusio di impazienza: la Temeraria che per prima ha messo il naso fuori dalla tana esulta e trasmette la notizia più attesa: “La primavera è arrivata! Tutti fuori: la pietra vicino alla tana è libera dalla neve ed il sole riesce già a scaldarla …” Il torrente è in parte riuscito a liberarsi dalla morsa del gelo e gorgoglia felice, qualche bucaneve riesce a fare capolino: il disgelo è iniziato.
Il sole nella valletta riscalda le marmotte che dopo il lungo letargo si stiracchiano riempiendosi i polmoni di quell’aria frizzante e annusano tutt’intorno la montagna, il cielo terso ma freddo del pomeriggio consiglia alle marmotte di attendere ancora un po’ di tempo prima di considerare finito il temuto inverno.
Le marmottine appena nate, come tutti i cuccioli, sono le più curiose e le più spericolate, incuranti del pericolo; un piccolo fiore le può ipnotizzare e il mondo per una marmotta si sa, è zeppo di pericoli e di insidie: i cuccioli con gli adulti si ritrovano insieme sui prati a giocare e a rincorrersi rotolando ora e si divertono a scivolare lungo le ultime chiazze di neve. Una marmotta però è rimasta nei pressi della tana a sbadigliare svogliata ed intorpidita, come non fosse interessata da quella esplosione di vita che è la sua prima … primavera. Sempre sbadigliando si trascina sulla pietra e si riaddormenta nuovamente non accorgendosi di un rapace in picchiata, la Sentinella fischia prontamente e prima di rientrare la trascina di peso al sicuro: vita pericolosa quella della marmotta…
La stagione avanza ma Marmottina non da segni di modificare il suo atteggiamento: mangia e pensa come trascorre tutto il tempo a dormire e a sonnecchiare nei pressi della tana sotto il caldo sole ormai estivo: che Paradiso, il silenzio è rotto dal rumore delle acque del ruscello e dal vento che trasporta i profumi della terra e dei fiori: “Altro che faticare” sogna pregustando il prossimo sonnellino. Ormai l’intera comunità aveva incaricato una Sentinella per sorvegliarla e badare a lei, ma non tutti erano entusiasti: “… ma è solo un cucciolo…”, un fischio lacera l’aria e la tranquillità del prato, “Tutti al riparo!” Poi un primo coraggioso musetto che fa capolino e la vita ricomincia.
L’estate è breve e quando volge al temine le prime avvisaglie dell’autunno inducono le marmotte a completare di fretta i preparativi per la lunga stagione invernale: si rifiniscono le scorte, si allargano le tane in profondità e si preparano i giacigli, omai tutte le marmotte sono belle grassottelle e con il pelo folto, pronte per il letargo.
Al Consiglio degli Anziani dopo aver annusato un’ultima volta l’aria, si decide che è giunto il momento di rientrare nella tana e l’arrivo di grosse nuvole nere, sospinte da un vento gelido e da uno scroscio di pioggia sferzante induce a rientrare, l’ultima sigilla la tana e raggiunge la nostra Marmottina Dormigliona che da qualche giorno aveva anticipato il suo sonno.
Anche l’inverno come è all’improvviso arrivato, lascia il posto alla primavera che con la stessa eccitazione di sempre, di ogni anno, viene annunciata dalla Temeraria di turno. Tutti fuori nella tiepida aria primaverile, tutti? No, non proprio: la nostra Marmottina è rimasta nella sua stanzetta in fondo alla tana e controvoglia viene trascinata per il codino da un’altra marmotta fuori all’aria aperta.
Ormai è cresciuta, col pelo lungo e fulvo e quest’anno dovrà rendersi utile e responsabile per il gruppo, dovrà collaborare con la sua comunità di marmotte, imparare tante cose per sopravvivere, per riconoscere i pericoli e per programmare le provviste per il letargo successivo, anche se alla nostra Dormigliona sembra ancora tanto lontano …
L’estate scorre nella tranquillità e nel gioco, ma la nostra amica alterna un pisolino ad una dormita; viene per sua fortuna salvata da altre marmotte due volte dalla volpe ed una volta dall’aquila. Gli scampati pericoli non inducono Marmottina a responsabilizzarsi e quando sul far dell’autunno viene ammessa per la prima volta davanti al Gran Consiglio dei Saggi si rende conto di ciò che non ha fatto: la legge delle Marmotte è molto semplice quanto ferrea e precisa ed inflessibile: è in gioco la sorte del gruppo e la vita dei singoli: tutti devono adoperarsi per il bene di tutti … ad una ad una vengono passate in rassegna tutte le marmotte e interrogate su cosa avessero fatto e su come avessero lavorato in prospettiva dell’imminente arrivo della stagione fredda … Tutte raccontano di aver lavorato, procurato provviste, erba, semi, di aver ingrandito e ristrutturato la tana di aver preparato i giacigli e di essere pronte per il letargo, tutte meno una, la nostra Marmottina che solo ora comprende il senso degli insegnamenti che non aveva mai voluto ascoltare, troppo noiosi e poi conciliavano così bene il sonno “… Ma io … ho giocato sul prato, ho mangiato e poi mi sono riposata prima di … addormentarmi … ” Tutti conoscevano bene Marmottina e in molti avevano provato a consigliarla non ottenendo alcun risultato, in molti si erano spazientiti ed ora i Saggi dopo una breve riunione, decretano in modo solenne che Marmottina non sarebbe più stata ammessa nella tana per il letargo: il dramma! Sarebbe stata la fine per lei che rimane impietrita ascoltando la sua condanna. Una delle sue sorelle però prese coraggio e la parola davanti ai Saggi e riuscì ad ottenere la grazia: avrebbe potuto entrare al caldo della tana, ma con l’obbligo di lavorare tutto l’inverno per riassettare e ripulire, curare le altre marmotte e come sentinella avrebbe dovuto vegliare l’incolumità del gruppo e … per tutta la lunga stagione fredda!
E così fu, Dormigliona si trasformò, passò tutto il periodo invernale a lavorare incessantemente nella tana, concedendosi solo brevi attimi di riposo, ma la lezione era servita: aveva capito molte cosa fondamentali per la vita di una marmotta … e non solo.
Smaniosa toglie il sigillo alla tana per controllare a che punto fosse la stagione, c’è ancora troppa neve e allora niente, silenziosa rientra senza svegliare le altre marmotte del gruppo e solo dopo qualche settimana pensando che forse sarebbe stato il momento buono ci riprova e infatti ecco la sua pietra preferita libera dalla neve ed inondata da un sole sfolgorante, neppure una nuvola nel cielo azzurro della montagna, il torrente che ritorna a gorgogliare felice, i primi timidi fiori, annusa l’aria ancora frizzante quasi seguendo una ancestrale rituale: “Ci siamo!” Elettrizzata corre a dare la sveglia: “Forza … forza tutti fuori dalla tana! Devo cambiare l’aria, non si può più respirare qui dentro!! Fuori il sole è già alto e non si può perdere tempo a dormire!” Tutti erano meravigliati e Marmottina che non si era mai riposata durante l’inverno, sembrava la più energica, la più allegra, vitale e pimpante, super-attiva, entusiasta, mai stanca (qualcuno potrebbe pensare a Paola?) si riserva i turni di sentinella più lunghi, trasporta enormi quantità di cibo nella tana che aveva riordinato, dispensa consigli alle marmotte appena nate e si prodiga con tutti per portare aiuto (un po’ come fa Tonino in gita) insomma si occupa di tutto e l’esempio, come sappiamo, è meglio di tante a volte inutili, parole.
Il tempo passa e all’inizio dell’autunno al cospetto del Gran Consiglio dei Saggi, Marmottina, riceve grandi onori e giusti riconoscimenti: tutti avevano potuto vedere la sua metamorfosi ed apprezzare i suoi meriti: premiata con la migliore stanzetta della tana, passa il nuovo inverno servita e riverita. La favola poi racconta che l’anno successivo, Marmottina, sarebbe stata chiamata a presiedere il Gran Consiglio.
PiGì
NOTA per il Gruppo, giusto per rendere un po’ più interessante la favola natural-moralistica, ecco alcune annotazioni:
Tra i componenti del Gran Consiglio dei Saggi della Tribù si potrebbero considerare tra gli altri: i tre “Marco” (le Gran Chef, il matematico e il caustico studioso degli psico-drammi tribali) il Jollissimo Tonino, il Guru-Accademico Armando, con l’encroyable compare di mille salite, Andrea, il desaparacido Gianfranco, il virulento ingheniero-malo Franco, Carlo (ammesso con diritto di voto quando non etilicamente compromesso), il chimico d’oltralpe Andreino, il Masonese Guida emerita della Valle Stura, il SuperGeniale Luca, l’etico Claudio, il perplesso e britannico Paolo, l’ancor più flemmatico Roberto, la ferrea ed integerrima Jole, la mitica Marcella (con o senza il suo borsino rosso,) la dinamica Daniela, la docente Marina, Lusciandro il veterinario del gruppo con l’assistente Rosella. Inoltre il baby filosofo Lorenzo e la responsabile della vettovaglie Marcellina, altri proprio non ne vengono in mente perché nel nostro gruppo storico è più facile ricordarsi di estrosi “pazzarielli” che di “Grandi Saggi”.
La Marmottina trasformata dalla lezione in soggetto iper attivo, potrebbe assomigliare ad una terza parte di Daniela, alle prese con il lavoro e una tribù di quattro-belve-quattro oppure alla
decima parte della incommensurabile ed inarrivabile Paola!
Tutti i riferimenti a personaggi conosciuti sono assolutamente voluti: molti dovrebbero potersi riconoscere o essere individuati abbastanza agevolmente… altrimenti pensateci su …